Chi non ha mai desiderato di essere James Bond, la spia più famosa al mondo, circondato da intrighi, avventure e adrenalina? A me capita spesso e solo grazie ai libri e ai film per qualche ora posso fare finta di essere l'agente 007 e vivere quella vita.
Una persona che si è avvicinata a questo tipo di vita però c'è stata. Ian Fleming, il padre di James Bond, non solo ha inventato quel meraviglioso mondo di spie e complotti, ma lo ha anche vissuto in prima persona. Molto probabilmente non tutti sanno che nel 1939, poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, Fleming venne reclutato dall'ammiraglio John Godfrey, direttore dell'intelligence della Royal Navy, come suo assistente personale, raggiungendo poi molto velocemente il grado di Comandante collaborando con i servizi segreti durante la Seconda Guerra Mondiale. L'Operazione Ruthless (azione per ottenere una macchina crittografica) e l'Operazione Goldeneye (un piano per mantenere i collegamenti con Gibilterra in caso di adesione della Spagna alle potenze dell'Asse) sono entrambe opera di Fleming.
Sono dunque le avventure e le situazioni vissute in questo periodo a dare forma al personaggio di James Bond ed è proprio questo è quello che vuole raccontare la mini serie televisiva "Fleming: the man who would be Bond". Questa è una serie della BBC America, composta da quattro puntate scritta da John Brownlow e Don Macpherson e diretta da Mat Whitecross. Nel cast troviamo Dominic Cooper (Howard Stark nella saga cinematografica della Marvel) che interpreta Fleming, mentre Lara Pulver (Irene Adler in Sherlock e Clarice Orsini in Da Vinci's Demons) interpreta Ann O’Neill, donna con la quale lo scrittore ha avuto una relazione sentimentale.
Con "Fleming: the man who would be Bond" possiamo andare a scoprire la figura di Ian Fleming prima dell'arrivo di James Bond, la serie è molto ben realizzata ed ottimamente interpretata e le scene di azione, le donne e l'alcol a cui Bond ci ha tanto abituati non mancano.
Una persona che si è avvicinata a questo tipo di vita però c'è stata. Ian Fleming, il padre di James Bond, non solo ha inventato quel meraviglioso mondo di spie e complotti, ma lo ha anche vissuto in prima persona. Molto probabilmente non tutti sanno che nel 1939, poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, Fleming venne reclutato dall'ammiraglio John Godfrey, direttore dell'intelligence della Royal Navy, come suo assistente personale, raggiungendo poi molto velocemente il grado di Comandante collaborando con i servizi segreti durante la Seconda Guerra Mondiale. L'Operazione Ruthless (azione per ottenere una macchina crittografica) e l'Operazione Goldeneye (un piano per mantenere i collegamenti con Gibilterra in caso di adesione della Spagna alle potenze dell'Asse) sono entrambe opera di Fleming.
Sono dunque le avventure e le situazioni vissute in questo periodo a dare forma al personaggio di James Bond ed è proprio questo è quello che vuole raccontare la mini serie televisiva "Fleming: the man who would be Bond". Questa è una serie della BBC America, composta da quattro puntate scritta da John Brownlow e Don Macpherson e diretta da Mat Whitecross. Nel cast troviamo Dominic Cooper (Howard Stark nella saga cinematografica della Marvel) che interpreta Fleming, mentre Lara Pulver (Irene Adler in Sherlock e Clarice Orsini in Da Vinci's Demons) interpreta Ann O’Neill, donna con la quale lo scrittore ha avuto una relazione sentimentale.
Con "Fleming: the man who would be Bond" possiamo andare a scoprire la figura di Ian Fleming prima dell'arrivo di James Bond, la serie è molto ben realizzata ed ottimamente interpretata e le scene di azione, le donne e l'alcol a cui Bond ci ha tanto abituati non mancano.
"Tutto ciò che scrivo ha un fondo di verità"
Ian Fleming
Il mio giudizio:
Jacopocus_the_awkward
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