Spazio, ultima frontiera.
Eccovi i ridotti testi di Jacopocus_the_akward raccolti durante la sua missione conoscitiva dell'universo Nerd, spedizione volta al raggiungimento della massima conoscenza nella sublima arte del cazzeggio come nessun altro uomo ha tentato di fare prima.

L'importanza di essere Onesto - Oscar Wilde

Qualche settimana fa mi sono imbattuto in "L'importanza di essere Onesto", traduzione meno nota della celebre opera teatrale "The Importance of Being Earnest" di Oscar Wilde. Devo dire che il titolo mi ha lasciato piuttosto spiazzato poiché lo ho sempre trovato nella più gettonata versione "L'importanza di essere Ernesto", quindi ho colto l'occasione per informarmi su questo cambio di titolo e leggere questa commedia.

I punti fondamentali su cui poggia "The Importance of Being Earnest" sono gli equivoci e i giochi di parole. L'aggettivo inglese earnest, che si applica ad una persona coscienziosa e affidabile, suona come il nome Ernest. Definita da Wilde "commedia frivola per persone serie" questa opera porta una critica alla società vittoriana in modo irriverente e dissacrante, condannando l'attenzione per le apparenze e la perdita di interesse ai contenuti. Le donne di buona famiglia descritte da Oscar Wilde sognano di sposare un uomo affidabile e dotato di giudizio e per questo sperano di poter maritare un uomo di nome Ernest, nome che ai loro occhi sembra essere garanzia della qualità che l'aggettivo richiama. Per la difficoltà di rendere questo doppio significato in Italia abbiamo avuto diverse versioni tra cui "L'importanza di essere Franco", "L'importanza di essere Probo" e il già citato "L'importanza di essere Onesto". Questo perché in "The Importance of Being Earnest" il nome gioca il ruolo fondamentale, si ribalta quanto visto in Romeo e Giulietta. Qui è il nome che conta, non la persona. Le due coprotagoniste Gwendolen e Cecily sono attratte dal nome e dal significato che esso comporta più che dalla persona che lo porta. Dunque per quest'opera non si può parlare di un titolo giusto o sbagliato perché tutte queste traduzioni sono accettabili, ma non complete poiché in un modo o nell'altro perdiamo l'ironia e il vero gioco di parole su cui l'autore ha puntato. Ovviamente non possiamo farci niente, in tutte le ttaduzioni c'è il rischio di perdere qualcosa. L'importante è saperlo.



Il mio giudizio:





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Studio Ghibli: chiuso per ferie


Lo Studio Ghibli chiude il reparto responsabile della produzione di anime. Questo è stato l'annuncio di Toshio Suzuki, attuale General Manager dello studio di animazioni, nel corso di una intervista televisiva. La chiusura però non è così catastrofica come era stata percepita nelle prime ore dopo l'annuncio. Stando alle ultime indiscrezioni l'idea della amministrazione dello Studio Ghibli non è di arrestare definitivamente la produzione, ma è quella di prendere una pausa dalla realizzazione di film per riflettere su come procedere nel futuro. In altre parole ci troviamo davanti ad una pausa di riflessione per lo studio di animazione nipponico, scelta capibile visto il ritiro di Hayao Miyazaki e l'assenza di film in lavorazione di Isao Takahata, i due maestri, fondatori e trascinatori dello studio.
L'idea è quindi di tornare con uno staff di freelance, come già operava lo studio negli anni '80, per dedicarsi solo a progetti potenzialmente interessanti. Il motivo a monte di questa scelta è indubbiamente di carattere economico. Nonostante il successo e l'alto standard dei propri film, negli ultimi anni la compagnia ha avuto difficoltà ad ottenere profitto dai propri titoli. Un esempio su tutti è il film di animazione del 2013 "The Tale of Princess Kaguya" che a fronte dei 5.1 miliardi di Yen incassati viene considerato un flop visti gli alti costi di produzione.
Quindi nulla di definitivo nelle parole di Toshio Suzuki e intanto preparatevi ad accogliere a settembre l'arrivo al cinema (dal 13 al 16) dell'ultimo lavoro del maestro Miyazaki "Si alza il vento".







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